Gioielli & Diamanti
L’Arte Orafa delle Marche
Le Tecniche Orafe
La creazione artistica dei gioielli si basa sull’utilizzo di due grandi “famiglie” di tecniche orafe che si distinguono per un elemento fondamentale.
Con le tecniche a mano, i procedimenti più pregiati, si inizia dalla lastra o i fili d’oro, piegati, tagliati, saldati e modellati a piacimento dall’artigiano; le tecniche appartenenti alla famiglia della fusione, hanno invece inizio con la modellazione delle cere, necessarie a creare il modello sulla base del quale sarà plasmato il gioiello, o a partire da un oggetto fatto a mano del quale ricavare il calco in gomma.
La fusione a cera persa, è un procedimento che risale al quarto millennio a.C., con l’inizio della scienza della metallurgia, dapprima con il rame e poi anche con i metalli preziosi. Gli Indios del Sud America utilizzavano tecniche basate sulla cera persa particolarmente avanzate, e così anche i Greci e gli Etruschi.
Ancora oggi le tecniche di fusione a cera persa rimangono legate alle grandi tradizioni del passato, pur avvalendosi delle conoscenze tecniche e tecnologiche contemporanee, legate specialmente all’utilizzo delle gomme vulcanizzate, o alla realizzazione dei modelli in cera sottovuoto.
La moderna microfusione a cera persa, (nata nei primi anni del ‘900) consiste nel modellare un metallo fuso costringendolo a solidificare all’interno di una cavità appositamente creata in materiale refrattario.
La tecnica può essere utilizzata per riprodurre molte copie dello stesso oggetto, quindi di scarso valore artistico, o per creare un esemplare unico che non è possibile realizzare a mano, come un viso o una figura. In questo caso il valore artistico dell'oggetto può essere altissimo: come per una scultura in pezzo unico, infatti, tutto il lavoro necessario a realizzare il modello in cera si concentra in un solo gioiello.
La fusione in osso di seppia, si basa invece sull’utilizzo della conchiglia bianca interna del mollusco. Pur essendo leggero e fragile ha una superficie esterna resistente e una parte interna molto tenera, facile da incidere; può inoltre sopportare le alte temperature del metallo fuso senza disintegrarsi. Una volta scelto il modello, si procede a spianare le parti tenere interne degli ossi strofinandole sulla carta smerigliata. A questo punto si comprime il modello dell’oggetto da riprodurre contro le due parti spianate. Ricavato il modello, si crea con un coltello il canale d’ingresso del metallo; si ricompongono le due parti legandole con filo di ferro e vi si fa colare all’interno il metallo fuso.
Entrambi i gruppi di tecniche, ben utilizzati e sfruttati nelle loro potenzialità, permettono di creare gioielli unici, espressione irripetibile della sensibilità artistica dell’orafo, sempre alla ricerca di forme, effetti e varianti tecniche non codificate, puramente sue e originali.